Oh, che sciupafemmine ero!

Oh, che sciupafemmine ero!

ti
chiedi come facevi
quando
scorazzavi da una donna all’altra
come un maniaco
allo stato brado
con totale menefreghismo
per mutande, strofinacci,
foto
e tutti gli altri
ammenicoli –
come il groviglio delle anime.

cosa cercavi
di fare
cosa
cercavi di recuperare?

era una sorta di caccia.
quante ne potevi catturare?
fare
tutte?

nomi
scarpe
vestiti
lenzuola, bagni,
camere da letto, cucine
soggiorni,
caffè,
animali,
nomi di animali,
nomi di figli;
secondi nomi, cognomi, soprannomi.

hai visto che era facile.
hai visto che lo potevi fare e rifare,
quelle gambe sollevate
in alto
dietro gran parte del tuo corpo.
o
loro erano sopra
o
tu eri dietro
o
tutte e due
di fianco
più
altre variazioni.

canzoni alle radioline.
macchine parcheggiate.

voci al telefono.
riempire bicchieri
conversazioni insulse.

ora sai
che non eri altro che un cane che
scopava, o
una lumaca attorcigliata a un’altra lumaca –
gusci appiccicosi sotto il sole, o nelle
serate di foschia,
o al buio
buio.

eri
lo scherzo della natura,
non provavi niente ma venivi messo alla prova.
non un uomo ma un
esperimento da sviluppare,
non un predatore ma
una
preda.
adesso lo sai.

allora
pensavi di essere
un vero diavolo super intelligente
un vero mascalzone
un vero toro
una vera canaglia

sorridente davanti al tuo
vino
pianificando la tua mossa
successiva
che grande spreco di te eri
tu grande
chiavatore
tu Attila delle
molle del letto e di quant’altro

avresti potuto dormire
tutto il giorno
e non saresti mai
mancato a nessuna

non saresti mai mancato proprio a nessuna.

Da: Sull’amore
Charles Bukowski

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